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…ma molto resta da fare

Sono passati quasi 40 anni da quando il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon dichiarò guerra al cancro, annunciando che il suo Paese avrebbe stanziato fondi senza precedenti per sconfiggere la malattia.

In effetti in questi anni il sostegno alla ricerca contro il cancro non è mancato, né da parte delle istituzioni né da parte dei cittadini: non a caso AIRC e FIRC negli ultimi anni sono state destinatarie della maggior quota di fondi derivanti dal cinque per mille e da sempre ricevono risposta quando chiedono sostegno all’opinione pubblica. Grazie a tutto questo i successi non sono mancati, ma ancora non si è riusciti a raggiungere i risultati conseguiti nel campo delle malattie infettive o di cuore.

C’è ancora molto da fare quindi per sgretolare le due lettere IN e rendere il cancro più CURABILE.

C’è chi pensa a soluzioni innovative, come sfruttare i virus per attaccare le cellule tumorali o interferire con i processi di “autofagia“, con cui le cellule sembrano distruggersi ma in realtà riescono a sfuggire alle cure.

La maggior parte dei ricercatori però concentra i suoi sforzi nei seguenti filoni:

  • c’è chi punta direttamente all’origine della trasformazione che ha reso tumorali le cellule e quindi studia come riparare o rimediare agli errori del DNA;
  • c’è chi pensa a rendere meno favorevole alla crescita del tumore l’ambiente circostante le cellule neoplastiche, tagliando loro i rifornimenti o bloccando l’inconsapevole cooperazione che ricevono da altre cellule sane;
  • c’è chi guarda alle staminali, come responsabili della crescita illimitata del cancro o come possibili strumenti di cura;
  • c’è chi si accontenterebbe di bloccare la diffusione delle metastasi, il fenomeno responsabile della maggior parte delle morti per cancro;
  • c’è chi infine pensa di poter sconfiggere la malattia sfruttando il sistema immunitario dell’organismo con vaccini e anticorpi.