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Metastasi

Spuntare le armi al tumore

La maggior parte dei tumori produce i danni maggiori attraverso la formazione di metastasi. Riuscire a bloccare questo processo sarebbe quindi già un grandissimo successo, se non per guarire definitivamente il cancro, almeno per trasformarlo in una malattia cronica e curabile.

Diversamente da quel che si è detto per i tumori in generale, e per le mutazioni genetiche che li provocano, i meccanismi con cui si formano le metastasi sono molto simili tra loro, indipendentemente dalla sede di origine. Trovare il modo per contrastarli significa quindi mettere a segno un punto non nei confronti di un singolo tumore, ma del cancro in generale.

Il semaforo del cancro

I messaggi che le cellule si mandano tra loro non riguardano solo l’ordine di replicarsi, ma anche di star ferme o di muoversi. Queste molecole sono state individuate all'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino) anche grazie ai finanziamenti AIRC e sono state battezzate semaforine, perché hanno esattamente la stessa funzione di un semaforo. Nei tumori è come se fosse sempre acceso il verde: una linea di ricerca è quella di modificare questo segnale perché si trasformi in un ordine di stop.

Il gene delle metastasi

Nello stesso istituto è stato scoperto qualche anno fa un gene, chiamato MET, che svolge un ruolo fondamentale non solo nella formazione e progressione dei tumori, ma anche nella disseminazione delle metastasi: mettendolo a tacere in modelli sperimentali le metastasi non si formano e, quando si sono già formate, regrediscono. La speranza è quindi quella di poter riprodurre questo meccanismo negli ammalati.

Ritrovare la colla

C’è un altro meccanismo che favorisce la formazione delle metastasi. A causa delle mutazioni che si sommano nelle cellule tumorali possono venir meno o risultare alterate le sostanze che fanno aderire le cellule le une alle altre, chiamate molecole di adesione. Finora ne sono state individuate diverse, tra cui le caderine, sulle quali lavora anche un gruppo di ricercatori finanziati da AIRC e FIRC presso l’IFOM-IEO Campus di Milano. Conoscerle, e conoscere i geni da cui dipendono, apre nuove possibilità di intervento per tenere le cellule tumorali attaccate alla loro massa di origine.