Il cancro non è una, ma più di 100 malattie, tutte diverse l’una dall’altra: imparare a conoscerne le differenze è fondamentale per trovare il punto debole di ognuna.
In comune tutte le forme di cancro hanno il fatto di essere provocate dalla proliferazione incontrollata di cellule dalle caratteristiche anormali, che tendono a invadere i tessuti circostanti e a diffondersi ad altre parti del corpo attraverso il flusso sanguigno o i vasi linfatici, formando metastasi.
Tutti i tumori hanno origine da una o più cellule. Nei tessuti normali le cellule si riproducono dividendosi in modo da sopperire alle necessità nell’organismo nelle varie situazioni, per far fronte a un maggiore fabbisogno oppure rimpiazzare le cellule morte o quelle che, danneggiate, vanno incontro a un processo di morte programmata che si chiama apoptosi.
Nei tumori questo delicato equilibrio, governato dai messaggi chimici inviati da una cellula all’altra e dai geni che si trovano nel loro DNA, è compromesso. La cellula continua a riprodursi senza freni e anche i processi di morte programmata vengono meno.
All’origine di tutti questi fenomeni ci sono alterazioni del DNA, dette mutazioni, che, sommandosi l’una all’altra, fanno saltare i meccanismi di controllo. Oggi sappiamo che alcune di queste mutazioni sono ereditarie, mentre altre sono provocate da fattori ambientali, come le radiazioni o il fumo di sigaretta, l’amianto o altre sostanze chimiche.
Il risultato è che le cellule tumorali, indotte a crescere e moltiplicarsi all’infinito, prendono il sopravvento su quelle normali, formando una massa che tende a crescere di volume, talvolta fino a comprimere gli organi vicini.
Per svilupparsi in questo modo però il tumore ha bisogno di ossigeno e sostanze nutritive. Per questo produce sostanze capaci di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) che vadano a irrorare il nuovo tessuto in crescita.
Tra le tante differenze che distinguono le cellule tumorali da quelle normali ce n’è infine una fondamentale per l’evoluzione del tumore: la perdita delle sostanze che sulla loro superficie le fa aderire l’una all’altra. Ciò permette che alcune cellule si distacchino dal tumore primitivo ed entrino nel flusso sanguigno o linfatico, producendo metastasi. I ricercatori cercano di intervenire a tutti questi livelli per cercare di bloccare la nascita e lo sviluppo del tumore.