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I Geni

Geni

Un gene non basta

Per molti anni si è pensato che si potesse trovare ”la” cura per il cancro. Poi si è capito che ogni tipo di tumore faceva storia a sé. Oggi la maggior parte degli esperti crede che non esista un solo approccio che vale per tutti, nemmeno per malattie apparentemente simili. Anche la tradizionale distinzione dei tumori in relazione alla loro sede e al tessuto da cui originano non è più così scontata.

Esaminando nei dettagli i meccanismi molecolari alla base della formazione dei tumori, infatti, i ricercatori hanno scoperto che un determinato tipo di cancro può essere provocato da migliaia di diversi errori del DNA. Ci sono però mutazioni che ricorrono in diversi tipi di tumore e che probabilmente svolgono un ruolo cruciale nell’innescare il processo che porta alla malattia: per questo è verosimile che presto non ci saranno più cure per il tumore del polmone o del colon, ma per tumori caratterizzati dall’una o dall’altra mutazione del DNA, indipendentemente dalla sede in cui si sviluppano.

Scovare gli errori

Un’importante linea di ricerca consiste nel trovare metodi rapidi, affidabili e possibilmente economici per analizzare meglio il DNA delle cellule tumorali prelevate dal malato. Da questo identikit, che molti ricercatori stanno cercando di rendere sempre più preciso, dipenderanno in maniera crescente in futuro le cure a cui verrà sottoposto il paziente. Già oggi, per diverse terapie mirate, è l’analisi genetica a predire chi potrà trarre maggior beneficio dalla cura, ma altri studi hanno scoperto chi potrà avvantaggiarsi della chemioterapia tradizionale: è il caso di due lavori recenti, quello di Lisa Licitra, all’Istituto nazionale tumori di Milano, sui tumori della bocca e quello della bolognese Katia Scotlandi, sul sarcoma di Ewing, entrambi finanziati da AIRC.

Riparare i difetti

Le mutazioni del DNA che favoriscono il cancro possono essere ereditate dai genitori o indotte da fattori ambientali di diverso tipo: a seconda del punto in cui insorgono possono scatenare il cancro attivando sequenze di DNA che in maniera diretta o indiretta spingono la cellula a replicarsi (oncogèni) oppure disattivando sequenze di DNA che al contrario rallentano la crescita della cellula (oncosoppressori) o la spingono al suicidio programmato detto apoptosi.

Gli scienziati stanno cercando il modo di riparare questi errori o per lo meno, conoscendoli, di trovare sostanze capaci di contrastarne gli effetti: per esempio Paolo Comoglio dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino) coordinerà, con i fondi derivati dal 5 per mille ad AIRC, un lavoro che, coinvolgendo anche l’Ospedale Niguarda di Milano, prenderà di mira due geni mutati, chiamati MET e RON, che sembrano indispensabili per la crescita dei tumori metastatici dell’intestino.

Sostenere le correzioni

C’è però anche un altro filone di ricerca molto attuale, seguito da diversi ricercatori sostenuti da AIRC, che sottolinea l’importanza della cosiddetta instabilità genomica nella genesi del cancro. Anche nel DNA di una cellula sana infatti avvengono continuamente errori nei processi di duplicazione dei cromosomi, ma esistono meccanismi di riparazione molto efficienti che ovviano subito agli inconvenienti, evitando conseguenze dannose. Talvolta il cancro si scatena quando vengono meno questi processi: obiettivo della ricerca è trovare il sistema per ristabilirli e potenziarli. All’IFOM di Milano, per esempio, sotto la guida di Marco Foiani, molti ricercatori con il sostegno di AIRC stanno rispondendo a questa sfida.

Piccoli ma efficaci

L’RNA, si studia a scuola, serve a tradurre le informazioni contenute nei geni in proteine. Ma alcune piccole sequenze di RNA hanno una funzione diversa, di tipo regolatorio. Molti laboratori e molti giovani ricercatori, anche grazie ai contributi di AIRC, concentrano la loro attenzione su questi microRNA e sull’interferenza che svolgono nella produzione di proteine chiave per la crescita cellulare. In alcuni tipi di tumore, come quello del polmone e dello stomaco, nel mesotelioma e in alcune leucemie, ma anche nel mieloma multiplo, il loro ruolo è stato confermato: resta da capire come usarli per curare il cancro.

Sopra il DNA

Un altro importante filone di ricerca è partito dalla scoperta che l’espressione dei diversi geni può essere modulata attraverso molecole che si attaccano esternamente al DNA. È l’epigenetica, conoscendo meglio la quale si spera di poter assestare altri colpi alla crescita indiscriminata delle cellule del cancro: da Roma a Firenze, sono diversi i progetti che AIRC sta finanziando in questo campo.