Non cominciare a fumare è il miglior modo per tenere lontane molte forme di tumore. Anche se si è già preso il vizio, smettere prima possibile consente di ridurre notevolmente il rischio di ammalarsi.
Il fumo infatti è responsabile di circa il 90 per cento dei casi di tumore al polmone, una forma tumorale che per sua natura, invece, sarebbe molto rara, secondo una recente monografia dell’International Agency for Research on Cancer (IARC), l’agenzia dell’Oms deputata alla ricerca sul cancro e sui fattori che lo determinano e all’elaborazione di strategie per prevenirlo.
L’Agenzia ha passato in rassegna gli studi più rilevanti sul tema elencando le forme di tumore che vengono favorite dal fumo. Quello del polmone è soltanto la forma più nota. Anche il 60-70 per cento dei tumori della laringe, della cavità orale, della vescica, dei reni sono attribuibili alla sigaretta.
Inoltre è determinante non solo quante sigarette si fumano, ma anche per quanto tempo si protrae l’abitudine. Diversi studi dimostrano, infatti, che per chi inizia a fumare prima dei 30 anni aumenta anche il rischio per cancro al colon retto. E i fumatori possono presentare un rischio più elevato di leucemia mieloide acuta.
Il fumo contribuisce allo sviluppo del cancro causando mutazioni nei geni che hanno il compito di sopprimere le cellule tumorali e bloccando le ciglia delle cellule bronchiali, il cui movimento serve a respingere agenti esterni potenzialmente dannosi. Inoltre il fumo tende a deprimere le risposte del sistema immunitario.
Tutti danni che è possibile evitare rinunciando completamente alla sigaretta. Una sfida difficile, ma non impossibile. Per chi ha già cominciato a fumare, smettere offre benefici fin da subito che con il passare degli anni diventano sempre più importanti. Entro 10 anni, per esempio, le cellule precancerose vengono rimpiazzate e la probabilità di ammalarsi di cancro al polmone ritornano simili a quelle di una persona che non ha mai fumato. Non solo: anche il rischio di tumori alla bocca, alla laringe, all'esofago, alla vescica, ai reni e al pancreas diminuisce.
È possibile smettere di fumare da soli, ma se non ci si riesce, il supporto del proprio medico o quello di ambulatori specializzati può essere utilissimo.
Certamente non è facile: le prime 24 ore dall’ultima sigaretta sono le più difficili, nei 3-4 giorni successivi sono ancora forti i sintomi dell’astinenza e si possono provare sensazioni di malessere per diverse settimane.
Per chi ha scelto di intraprendere la strada l’importante è non cedere alla tentazione. Anche quando il desiderio di una sigaretta è forte, in realtà dura soltanto pochi minuti e basta distrarsi per farlo passare.
Per quanti invece sono frenati dalla paura di prendere peso: sappiano che non succede a tutti e che, anche quando ciò accade, si tratta di non più di due o tre chili. Basta una dieta sana e un po’ di moto in più per contrastare questo effetto indesiderato e trarre anche benefici supplementari.
Infine, per chi è ricaduto nel vizio dopo essere riuscito a smettere, non ha senso scoraggiarsi: aver smesso una volta dimostra che farlo non è impossibile. E riuscirci di nuovo può essere addirittura più semplice avendo imparato dall’esperienza a riconoscere i momenti più critici.